Il Daily Telegraph ha pubblicato un articolo in esclusiva in cui si stabilisce la definitiva apertura della Chiesa Anglicana ai matrimoni omosessuali.
Un cambiamento storico che permetterà ai sacerdoti di offrire i
consueti «public blessing services» alle coppie dello stesso sesso
quando il prossimo anno i matrimoni gay diventeranno legali. Un revisionismo che punta, tra le altre cose, sia a «pentirsi» per il modo in cui gay e lesbiche sono stati discriminati in passato sia a suggerire, con una svolta alquanto radicale, che la Bibbia sia in realtà «inconcludente» sul tema dell’omosessualità.
Il rapporto pubblicato dalla Chiesa Anglicana non raccomanda ancora liturgie speciali ad personam,
ma suggerisce, per ora, di iniziare a pensare a «nuove linee guida» che
dovranno essere specificate nel corso del tempo. I più conservatori
vedono in questa svolta il rischio di una spaccatura a livello mondiale
della comunità anglicana. In realtà, nella pratica, l’insegnamento della
Chiesa e la liturgia non muteranno – in quanto appannaggio della Camera
dei Vescovi e del Sinodo Generale – ma si stabilisce per la prima volta
un’apertura storica ad una causa tanto osteggiata in altre parti del
mondo (o in altre fazioni anglofone). Lo stesso Reverendo Justin Welby,
l’arcivescovo di Canterbury, storicamente oppositore dell’adozione di
bambini da parte delle coppie omosex, ha iniziato a parteggiare la
«rivoluzione». Invitando, tra le altre cose, ha combattere il «bullismo
omofobico».

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