venerdì 27 giugno 2014

Carro del Coordinamento Torino Pride


Il carro del Coordinamento Torino Pride glbt, quello di apertura corteo,  sarà allestito con delle carte d'identità formato 70*100 apportanti il  marchio "RESPINTO" su nome, cittadinanza e stato civile per rappresentare lo stridente contrasto tra una cittadinanza come la vorremmo e quella che invece riceviamo.

Le persone gay, lesbiche, transessuali, nate o non nate in Italia, hanno spesso un "problema" con la loro carta d'identità: questa non le rappresenta, falsifica il loro reale stato, la loro concreta condizione.

Magari convivono da anni con un compagno o con una compagna dello stesso sesso, eppure figurano come "libere" o "celibi", o "nubili". Evidentemente non c'è spazio per poter dichiarare che queste persone hanno un vincolo affettivo, questo spazio non viene pubblicamente riconosciuto; al massimo è una cosa privata. Le persone transessuali/transgender, inoltre, non hanno spesso nemmeno il piacere, e il diritto, di vedere riconosciuto il loro nome, e il loro genere sulla carta d'identità.

Quello che si ritrovano tra le mani è un nome e un genere che è stato loro assegnato al momento della nascita. Le cose sono poi andate diversamente, è la vita! Ma allora perché non ammetterlo, perché non accettarlo, riconoscerlo?

Più precisamente vorremmo sottolineare le falle della legge 164/1982 (che regolamenta il cambio di sesso), in specie l'impossibilità delle persone trans a scegliere il nome e il sesso in assenza della riattribuzione chirurgica genitale, ricordando a tal proposito che al Senato si dovrebbe discutere il DDL 405 che proprio ciò dovrebbe regolare e porre inoltre delle limitazioni agli interventi sui genitali di bimbi e bimbe con forme di intersessualità identificabili alla nascita;

 E poi, perché non includere nella cittadinanza anche chi è cresciuto/a e magari anche nato/a in Italia, perché non riconoscere nuovi cittadini e cittadine?

Contro la logica di "respingimento" degli affetti, delle identità di genere, delle nuove cittadinanze, noi vi mostriamo le nostre carte d'identità, così come le vorremmo.

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