PINEROLO (TORINO) - Due asili per Bibiana, un paese
del Torinese che ha meno di 100 bambini. Il primo ha una lunga storia,
testimoniata da disegni colorati attaccati alle finestre, da giochi all’aperto
e da feste di fine anno e che ha visto passare nelle sue aule tutti i bambini
del paese. Il secondo non ha neanche una targa con il nome, assediato dalle
erbacce. Appena costruito, è più giovane dei bambini che avrebbe dovuto
ospitare a settembre: non aprirà perché una delibera della passata
amministrazione regionale impone che nei Comuni nei quali esiste già un asilo
paritario, per dare il via a nuove sezioni in un’altra scuola serve
un’autorizzazione della scuola paritaria. E questo è il caso di Bibiana che ha
una struttura parrocchiale, un tempo gestita dalla suore e ora da personale
laico. «Com’era prevedibile – dice il sindaco Giorgio Crema - la scuola gestita
dalla parrocchia, tra quelle della Fism, la federazione italiana che raggruppa
le scuole materne cattoliche, ha imposto questo veto. Questa settimana ho
scritto in Regione per cercare una soluzione a un problema che coinvolge da un
lato le famiglie e dall’altro rappresenta uno spreco di denaro». E aggiunge:
«Anche in Val Pellice rischiamo di avere una cattedrale nel deserto».
I numeri confermano quanto sostiene il primo
cittadino: la scuola è costata quasi un milione e mezzo, di questi 500 mila
euro arrivano da fondi regionali per l’edilizia scolastica, altri 388 mila da
fondi europei, il resto a carico del Comune. L’opera è stata varata dalla
precedente amministrazione e inevitabilmente questo è motivo d’attrito con l’ex
sindaco, Elda Bricco, che dice: «Abbiamo realizzato una scuola grazie ad
importanti finanziamenti e la quota a carico del Comune, che era prevista di
350 mila euro, visti i ribassi d’asta ora non supera i 120 mila. Inoltre questo
asilo verrà utilizzato anche dai bambini di Bricherasio e di altri Comuni».
Replica il sindaco: «E’ stato acceso un mutuo che ha
prosciugato le casse del Comune per una scuola che non sappiamo se aprirà mai».
Intanto sono in ansia le mamme che hanno iscritto i loro bambini nella scuola
pubblica. Si chiede, ad esempio, Raffella Palmero: «E ora dove li portiamo?
Dobbiamo aspettare sino a fine agosto per avere una risposta?». Davanti alla
nuova scuola passeggia un’altra mamma con il suo bambino, Nadia Cullino: «Io ho
frequentato l’asilo della parrocchia, ma vorrei mandare mio figlio nella scuola
pubblica: è più nuova, più sicura, non si ci sono pericolose scale. E
soprattutto non ha i costi di quella privata che si aggirano, con la mensa, a
circa 140 euro al mese».
Conti fatti in molte e famiglie a Bibiana. Circa 60 sono i bambini che si
sono iscritti alla privata e 29 a quella pubblica. Il problema rimbalza dalle
famiglie al Comune per arrivare alla parrocchia. Don Ermanno Martini non è
riuscito a festeggiare a cuor sereno i suoi 60 anni di messe.: « Ho un peso
troppo gravoso da portare, sento la responsabilità di quello che sta accadendo,
anche se qui c’è una legge che ha stabilito che sono le scuole paritarie a dare
il parere». Lo dice con la fatica di un sacerdote che conosce benissimo il suo
paese. E’ parroco a Bibiana da 47 anni, non entra nel merito delle scelte
politiche, però fa il punto sul significato che ha avuto veder crescere questo
asilo: «Per anni abbiamo fatto investimenti, qui lavorano otto persone.
Certamente, se si aprisse una seconda scuola saremmo danneggiati, ci verrebbe a
mancare una sezione, infatti il nostro asilo può ospitare 90 bambini».
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