BERLINO - Ludovic
Mohamed Zahed è un imam un po’ fuori dallo stereotipo machista
dell’Islam: è omosessuale dichiarato, sposato con un uomo e ha fondato a
Parigi una moschea dove possono trovare conforto e celebrare le proprie nozze
anche le coppie gay e dove possono essere celebrati i funerali di transessuali
cui il perbenismo imperante nelle varie religioni possa negare l’estrema
benedizione. E anche l’associazione HM2F per musulmani gay e
lesbiche.
Ludovic Mohamed Zahed ha 37 anni e gira il mondo per conferenze sull’omosessualità nell’Islam e
anche per celebrare le nozze di gay e lesbiche che nessun altro prete musulmano
vuole celebrare.
La storia di Ludovic
Mohamed Zahed è raccontata con delicatezza e equilibrio da Takis Würger
sulla rivista tedesca der Spiegel, sotto il titolo, nella edizione
on line in inglese: “Sura e tolleranza: ecco l’imam gay d’Europa”.
Nato in Algeria, trasferito in Francia con i genitori
da bambino, con l’adolescenza, a 12 anni, si interrogò sulla propria identità
sessuale e cercò nella religione e nel Corano una risposta.
Diventò membro di una fratellanza Salafista, pregava
cinque volte al giorno, decise di diventare un imam. A 17 anni si innamorò di
un altro studente, Jibril, ma fu respinto.
In quel tempo, la famiglia di Zahed si trasferì a
Marsiglia. Seguì un periodo di sbandamento: feste, droghe, Hiv.
Si tagliò la barba, simbolo di fede e decise per il
“coming out” con i genitori: la madre piangeva disperata, il padre, che dai
tempi dell’infanzia aveva evitato perfino di guardarlo negli occhi, gli sorrise
per la prima volta, lo accettò e disse alla moglie: “Lo sapevamo. Ha cercato di
cambiare per 15 anni, ora dobbiamo accettarlo”
Zahed studiò psicologia e antropologia e andò a
lavorare per una organizzazione umanitaria. A 30 anni, mentre si trovava in un
albergo in Pakistan, ebbe la rivelazione: cadde in ginocchio e cominciò a
pregare.
Riprese la lettura del Corano: non trovò una singola
sura che condannasse l’omosessualità. Nella letteratura classica araba trovò
invece “pieno di poesie omoerotiche”.
Fondò la moschea nel 2012, quando seppe che nessun
imam voleva celebrare la sepoltura di un transessuale musulmano che era morto
in Francia.
Fu allora che si sposò, con un uomo. Le nozze furono
celebrate da un imam amico e tollerante. Le nozze sono durate poco. Proprio
pochi giorni prima dell’incontro col giornalista dello Spiegel, Ludovic
Mohamed Zahed è stato abbandonato dal marito. Il padre lo ha
consolato:
“Le coppie si dividono, è normale, figlio mio. Non ha
nulla a che vedere con la tua omosessualità”.
Era la prima volta, registra Takis Würger, che il padre
di Ludovic Mohamed Zahed usava la parola “omosessualità”.
Blitzquotidiano
– 16 agosto 2014
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