
Gesù ci dice
che il seme è la parola di Dio. Ma il seme può cadere su terreni diversi che possono
dare o non dare frutto. Il seme deve innanzitutto trovare un terreno buono, un
cuore aperto all’accoglienza e predisposto ad accudirlo, curarlo e annaffiarlo,
con amore e perseveranza (consiglio lettura del libro “Perseveranza” i cui
riferimenti sono sul blog di Don Barbero), giorno dopo giorno. A volte anche
lottare e faticare, il che potrebbe significare conservare la parola nell’intimo,
leggerla con assiduità nonostante la routine delle nostre vite fatta di
preoccupazioni, distrazioni, problemi (a volte auto creati ed inutili) rischi
di soffocare quel piccolo germoglio che cresce in noi. Non siamo perfetti e
credo che il riconoscerci scostanti, fragili ma, aver la volontà e la forza di
metterci in cammino, possa rendere fecondo il terreno della nostra anima. Tra tutte
le miriadi di parole che ci bombardano giornalmente, dovremmo provare ad “ascoltare”
(non solo con orecchi ma soprattutto col cuore) un po’ della Parola di Dio, che
sia una frase del vangelo, un salmo o una lettura. Specialmente quando siamo in
crisi, quando le difficoltà ci attanagliano e ci sembra che la tenebra abbia il
sopravvento, lasciamo che il seme maturi dentro di noi. Ci sorprenderà la luce
che ne deriva. Con la speranza che con la costanza di trovare un angolino della
giornata, da dedicare alla lettura, all’elaborazione, alla meditazione della
Parola, il seme che Dio lascia cadere su ognuno di noi, possa trovare un
terreno arato e fecondo.
UN GRANDE ABBRACCIO
MARY
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