Domenica 12 ottobre.
Francesca dopo molti mesi decide di andare a messa.
Il vangelo del giorno è quello di Matteo in
cui Gesù racconta di un re che chiamava alle sue nozze tutti, senza distinzione,
servi e contadini, tutti dovevano essere accolti.
Il passo del vangelo colpisce molto Francesca che tra
se pensa "È stata la settimana delle Sentinelle in piedi, di Alfano che
dice no ai matrimoni omosessuali e oggi qui, in quella che chiamano la casa di
Dio, viene letto un passo del vangelo in cui Gesù accoglie tutti i suoi
figli".
La messa va avanti, la predica, canti e poi la
preghiera dei fedeli.
Una signora con un microfono gira per la chiesa alla
ricerca di chi voglia esprimere una preghiera pubblicamente.
Un uomo che chiede lavoro: preghiamo.
Una donna che fa riferimento all'alluvione di Genova: preghiamo.
Una ragazza che chiede coraggio per gli ammalati: preghiamo.
Poi il microfono passa tra le mani di Francesca che
sta imparando ad avere coraggio delle proprie idee: "Il vangelo di oggi ci
parla di Gesù che accoglie tutti. E allora la mia preghiera è perché l'amore
non debba più essere ciò che un gruppo di potenti abbia deciso debba
essere, Prego affinché amare, in Italia, non sia più illegale : preghiamo.”
Quel coro che uniforme si alza a dire: preghiamo.
Francesca ha detto una cosa forte, davvero tutte le
famiglie, gli anziani, i giovani, le suore presenti hanno detto
"Preghiamo" con cognizione di causa o perché la messa, come è
usualmente celebrata, ci ha abituati a riti a cui raramente si presta
attenzione?
Perché se oggi davvero quelle centinaia di persone che
han detto "preghiamo" per l'amore, ci credono, io oggi mi sento meno
sola
Ma se invece quel "preghiamo" è dettato da
un compitino svolto da secoli sempre uguale e spesso per paura delle proprie
idee, allora Francesca dovrà ancora perseverare.
Scritto di Rossana
Nessun commento:
Posta un commento