sabato 8 novembre 2014

COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 9 NOVEMBRE

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Questo brano del vangelo ci presenta Gesù alle sue battute finali, decide di entrare definitivamente in Gerusalemme e recarsi nel tempio. Qui trova qualsiasi genere di attività tranne che la “preghiera” al Padre. Oramai la religiosità che si sarebbe dovuta tenere nel tempio di Gerusalemme era stata convertita in religione ad uso e consumo della casta sacerdotale. Le preghiere sono state trasformate in pratiche religiose che prevedevano offerte di animali da parte del popolo che si dovevano acquistare da personale autorizzato e dati ai sacerdoti che li avrebbero offerti in cambio di purificazione trattenendosi una debita percentuale dell’animale stesso. Solo il sacerdote poteva offrire a Dio, solo lui era l’intermediario tra la terra e il cielo; il luogo, le offerte, gli scambi, gli acquisti e chi deve compiere le azioni sacre, tutto è stato regolamentato la religiosità delle persone è stata trasformata in religione. Gesù si ribella a tutto ciò, non vuole il commercio e si lascia andare ad una piccola opera di distruzione momentanea e inutile. Sottolinea, come ha sempre detto nella sua predicazione, che il vero tempio dove si trova il Dio è nel corpo di ogni uomo e solo amando e rispettando il proprio ed altrui corpo facciamo la volontà di Dio.
Solo amando prima se stessi e nell’ugual misura tutti/e gli altri/e adempiamo all’unico comandamento che Gesù ha individuato come il principale ed unico su cui si regge il nostro rapporto filiale con Dio.
Alla luce di questa azione dimostratrice e violenta di Gesù mi chiedo, al momento attuale della mia vita, oggi quale sia il mio compito per essere veramente in comunione con Lui. Quali azioni devo intraprendere per potere accettare di fare memoria della sua vita,
mangiare il pane per potere dire che sto camminando sulle Sue orme, accettando il Suo messaggio e facendolo veramente mio.
Penso che la risposta non possa essere unica e univoca, ognuno di noi deve costruirsi la propria frusta di cordicella e scacciare ciò che individua come “commercio”, “casta”, “sacerdozio”, “tempio di mattoni” abbattere le incrostazioni che hanno sedimentato a lungo attorno e in noi (quarantasei anni) per potere ricostruire e ricostruirsi più o meno brevemente (tre giorni). Solo così potremo imitare le sue azioni, condividere lo stesso pane, contribuire alla costruzione del Regno e sentirci veramente figli di quel Padre/Madre in cui sentiamo di “credere”.
sergio

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