Nella grande Foresta dei Canti, nell' Isola del Mondo, c'era, e c'è
ancora se guardate bene, un bell'albero che cura, accoglie, sostiene,
protegge ma che non ama le prepotenze.
Ma è molto interessante
ascoltare la storia di questa verde magnifica creatura che ora tutte e
tutti chiamano l 'Albero della Vita.
All'inizio di questa straordinaria avventura c'era il sogno di avere nella foresta una pianta
“ Che si prende cura”, ma su questo allora c'erano idee e pareri molto diversi tra di loro.
“ La pianta che cura”, affermava lo Scimmione Spilungone, che era il
mago dei forti raggi di luce, “ deve diventare alta alta perché solo
lassù, vicino al sole, si ha il potere di vedere i bisogni e l'energia
per guarire. Votate la mia idea e se vinco io vedrete che...”.
“ Ma
che idea strampalata”, brontolò una talpa erborista, “ chi sogna di
vincere non ha un cuore che ascolta ma sogna solo un trono...”. Così
Tanatalpa, così si chiamava siccome era molto amata da tutta la piccola
gente della foresta, mise insieme tutti i desideri che incontrava. E si
unirono a quel canto, prima sommesso, anche le foglie e tanti animali
prima solitari e così si formò un nuovo sogno.
E questo sogno per le magie di terra e cristallo di Tanatalpa divenne un seme e questo seme...
L'Albero della Vita ora – e c'è da qualche parte un bel disegno che lo
fa vedere – è quasi più largo che lungo.. Ha rami bassi su cui giocano
bambine e bambini e foglie che fanno il solletico ai funghi.... Un altro
suo segreto è che ha quattro stagioni che si vedono di giorno, e altre
quattro solo di notte, con fiori, frutti e nidi diversi tra di loro. E
solo al tramonto a e all'alba i due canti si incontrano intrecciando una
danza di ali...
C'è anche un'aquila in questa storia, ma dal suo
nido sul ramo più alto scende spesso giù giù, e aiuta che si prende cura
anche di cose invisibili, facendo fluire dalle sue pupille miti raggi
di sole e di luna...
Adesso Scimmione Spilungone è facile incontrarlo giù, vicino alla
terra, a giocare con creature di cui prima non si accorgeva. Giù, dove
il canto del sottobosco ora è amato quanto quello dell'usignolo, e dove
nessuno pensa più che le talpe non sappiano vedere...
Questa fiaba desidera inserirsi in un progetto che potremmo chiamare “
Prendersi cura della vita”, con attenzione alle risorse della differenza
di genere. Questo Albero della Vita diventa così un contenitore di nidi
e racconti diversi, anche per aiutare una 'comunità educativa', e
dunque anche una famiglia , a ritessere incessantemente, pace, armonia e
canto... Tanatalpa, con la sua saggezza, introduce e apre una soglia di
senso e racconti diversi nella vita e per la vita, anche quella del
cuore e delle emozioni.
Mario Bolognese
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