Musica di
apertura
G. Kairòs è una parola che
nell’antica Grecia significava “momento giusto o opportuno”. Gli antichi greci
infatti, avevano 2 parole per indicare il tempo: kronos e kairòs. Mentre la
prima si riferisce al tempo logico e sequenziale, la seconda significava “un
tempo nel mezzo”, un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale
accade “qualcosa” di speciale. Dobbiamo convenire che il kairòs consiste nel
“venire alla luce” intendendo quindi il tempo del parto, quell’attimo magico in
cui la vita esperienziale prende un ritmo frenetico e vorticoso. Ma il momento della nascita può avvenire
anche prematuramente. La legge (194, art.7) permette l’interruzione di
gravidanza “terapeutica” (aborto) alla 25° settimana + 5 giorni, quando il
feto, seppur gravemente prematuro, è vivo e se sottoposto a cure particolari ed
intensive può sviluppare “vita autonoma”. Ed è proprio su questo concetto che
oggi la bioetica si interroga per normare quello che è un processo biologico
dai confini sfumati, variabili da soggetto a soggetto e da situazione a
situazione. La dottrina cattolica, dal suo canto, “immutata e immutabile”,
definisce l’aborto un “delitto abominevole”, non tenendo conto però che ogni
caso è appunto diverso e meriterebbe un’attenta riflessione: in quel momento
particolare si gioca la vita di un nuovo individuo ma anche il futuro di una
donna, di una madre e di un padre; entrano in gioco equilibri delicatissimi che
andrebbero valutati con la massima attenzione affiancando un supporto mirato.
Riflettiamo insieme.
1.
Signore, il Mistero della Vita Ti appartiene; aiutaci a intuire il VALORE
totale che avvolge la madre e il nascituro.
2. Aiutaci
a comprendere le donne che intraprendono
la via della maternità e di quelle che non se la sentono di affrontare
il cammino.
Vangelo: Lc 1, 39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,
in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo
grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa
devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è
giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E
beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Commenti e
riflessioni personali
Intermezzo
musicale.
G. Gesù fu portato in grembo da una
donna che lo amava con tutta se stessa ed accolto nella semplicità e
nell’abbraccio di una madre e un padre affettuosi.
Tutti Questo nostro spezzare il pane e
bere il vino in memoria di Gesù, lasci tracce profonde nella nostra vita e ci
dia la gioia di sentire la Tua presenza nella vita del mondo. Gesù era a mensa
e Ti pregò, o Padre. Poi prese il pane, lo alzò al cielo e disse: “Prendete e
mangiate: ecco, questo pane spezzato è la mia vita. Fate questo per non
dimenticarmi”. Poi prese la coppa del vino, ne porse da bere a tutti dicendo:
“Prendete e bevetene tutti: questo è il mio sangue, non dimenticatevi di me.”
PADRE
NOSTRO
Padre
nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia
fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane
quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non lasciarci cadere nell’ora della prova, ma liberaci dal male.
Comunione
con intermezzo musicale.
Preghiere
spontanee.
1. Dio
dell’amore dell’ascolto, instilla consapevolezza nella coscienza delle donne
affinché comprendano pienamente la loro scelta, qualunque essa sia.
2. Illumina
le menti delle persone preposte all’accompagnamento di queste donne nel loro
cammino decisionale, affinché il loro ruolo sia assistenziale, di ascolto e
compassione, per non imporre le proprie convinzioni.
1. Aiutaci
a infrangere i percorsi precostituiti che identificano la donna nella classica
veste di moglie, mamma, anche quando questa le calza stretta, non permettendole di respirare e realizzarsi. Arriverà un
momento in cui ella non resisterà più e avrà bisogno di strapparsela di dosso,
commettendo a volte gesti terribili per un attimo di disperazione.
2. Aiutaci
a costruire fondamenta solide invece che mura, perché la fede è tanto più salda
quanto aperta al confronto, al dialogo, rimanendo invece sterile entro le mura
di un dogma. Ma soprattutto, che essa non venga strumentalizzata per
giustificare atti di terrorismo, guerre nate dalla crudeltà di uomini avidi ed
egoisti. Ama il prossimo tuo è il comandamento che ci venne lasciato.
Tutti “La libertà è il potere
che permette a ciascun uomo di non nuocere un suo simile”. (Rousseau)
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