In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,]
insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava
loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito
impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?
Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli
ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro,
straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è
mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino
agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Spirito
immondo e possessione... Se osserviamo la frequenza con la quale un
simile riferimento si presenta nei vangeli, dobbiamo pensare che si
trattava di una realtà abbastanza diversa da quella con la quale ci
dobbiamo confrontare oggi, se usiamo gli stessi termini.
La facilità alla
quale alludo, mi fa pensare che sarebbe utile riflettere rispetto a quale
realtà si celi dietro a quest'espressione.
Spirito immondo potrebbe
riferirsi a una realtà ignota, pur presente, pur quasi consuetaeppure
pericolosa. Gesù riconosce, individua questa presenza, questo pensiero
deviante. In questo caso, la devianza non è sinonimo di realtà da
accogliere e valorizzare: è invece un dato sul quale non ci si può e
non si deve indulgere. Parrebbe essere un dato incidentale. Gesù
riconosce questa alterità.
Come potremmo noi confrontarci con la
polimorfità dell'esperienza vitale in maniera evangelica?
Giocando quasi
sulle parole, mi verrebbe da proporre un'antitesi non tanto con spiriti
immondi, ma con lo spirito del mondo: l'avidità, la ricchezza, la
cupidigia, il sano pensare a una vita ordinata: troppo inserita nel
mondo... Questa mi pare potrebbe essere un'attualizzazione del concetto
di spirito immondo...
In assenza di Gesù: obbero in presenza della sua
predicazione ed esperienza come possiamo o potremmo render significativo
il nostro dirci cristiani?
Valter
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