sabato 31 gennaio 2015

Commento al vangelo di domenica 1 Febbraio

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.


Spirito immondo e possessione... Se osserviamo la frequenza con la quale un simile riferimento  si presenta nei vangeli, dobbiamo pensare che si trattava di una realtà abbastanza diversa da quella con la quale ci dobbiamo confrontare oggi, se usiamo gli stessi termini. 
La facilità alla quale alludo, mi fa pensare che sarebbe utile riflettere rispetto a quale realtà  si celi dietro a quest'espressione.
Spirito immondo potrebbe riferirsi a una realtà ignota, pur presente, pur quasi consuetaeppure  pericolosa. Gesù  riconosce, individua questa presenza, questo pensiero deviante. In questo caso, la devianza non è sinonimo di realtà da accogliere e valorizzare: è invece un dato sul quale non ci si può e non  si deve indulgere. Parrebbe essere un dato incidentale. Gesù riconosce questa alterità. 
Come potremmo noi confrontarci con la polimorfità dell'esperienza vitale in maniera evangelica? 
Giocando quasi sulle parole, mi verrebbe da proporre un'antitesi non tanto con spiriti immondi, ma con lo spirito  del mondo: l'avidità, la ricchezza, la cupidigia, il sano pensare a una vita  ordinata: troppo inserita nel mondo... Questa mi pare potrebbe essere un'attualizzazione del concetto di spirito immondo... 
In assenza di Gesù: obbero  in presenza della sua predicazione ed esperienza come possiamo o potremmo render significativo il nostro dirci cristiani?

Valter

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