L’applauso di 500 persone ha accompagnato l’uscita dalla chiesa dei
Camilliani di Stefano Martoccia, il giovane ingegnere sconfitto giovedì dal
cancro lontano dalla suo alloggio al quarto piano di via Le Chiuse, a cui non
poteva più accedere perché gli era stata negata la possibilità di installare un
ascensore. Al dolore composto e riservato dei genitori ha dato voce padre
Antonio Menegon, che nell’omelia non ha risparmiato critiche a chi si è opposto
alle ragionevoli richieste del ragazzo, che proprio a causa della malattia
aveva perso una gamba. Al termine della cerimonia, Stefano è stato accompagnato
in cima alla basilica di Superga per un ultimo saluto alla sua squadra: il
Torino. La salma è stata poi cremata al cimitero monumentale. La Stampa – 28 febbraio 2015
Per
chi desidera leggere anche: L’ascensore da Il Buongiorno di Massimo Gramelini – La Stampa 27 febbraio 2015
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