Domani è San Valentino.
Calma, non sarà questo
il post che ti farà salire l’ansia per il regalo da fare al tuo lui o alla tua
lei. La festa degli innamorati è tutti i giorni, quindi te ne rimangono altri
364 per: regalarvi profumi, orologi, diavolerie moderne che finiscono in Phone
o Pad, abbonamenti a riviste, cinema, musica, teatro, cioccolatini ripieni di
peluche rosa, viaggi in risciò, ciaspole o deltaplano, corsi di cucina, trucco
e tante, tante altre cose pazzesche. Io ho optato, per esempio, per un paio di
ciabatte comodissime.
E quindi sì, domani è San Valentino.
“Di
solito è una festa un po’ sdolcinata in cui si festeggia l’amore. Quest’anno,
a San Valentino, per l’amore ci si batte. Per la sua libertà e per la sua
uguaglianza di fronte alla legge. Quest’anno, a San Valentino, è tempo di
scegliere da che parte stare”.
Con queste parole (vedi la pagina Facebook) è
stato pensato e organizzato il flash-mob “Piazzate d’Amore” in 33 Piazze
italiane (il numero è in continuo aggiornamento), all’interno della campagna
“EXPO Your Love”. Si tratta di una mobilitazione nazionale unitaria che
coinvolge associazioni, cittadini e cittadine che scenderanno in Piazza a sostegno
del matrimonio egualitario per dire tutt* #LoStessoSì. Il simbolo
dell’evento è un cuore rosso con all’interno un = bianco. Già mi piace!
E
quindi sì, domani è San Valentino e noi di Tessere Le Identità saremo a Torino,
puntualissim* all’appuntamento in Piazza Palazzo di Città, ore 15.00.
Notizia
di questi giorni è che anche il primo cittadino Piero Fassino e il governatore
del Piemonte Sergio Chiamparino saranno in piazza con l’assessora alle Pari
Opportunità della Regione Monica Cerutti e del Comune Ilda Curti, al fianco del
Coordinamento Torino Pride.
Magari non ti viene in mente tutti i giorni. Magari
poi non ci pensi spesso. Magari sei eterosessuale o magari no. Magari hai degli
amici gay, amiche lesbiche o trans* con cui esci a cena, lavori, studi di
fianco in biblioteca, fai la coda al supermercato la domenica mattina in pieno
hangover. Auch! Magari senti poi qualche conoscente o politico italiano dire
che la famiglia è solo quella formata da un uomo e da una donna (quindi non da
QUEI tuoi amici) e che l’amore è possibile solo tra uomo e donna (quindi non
tra QUEI tuoi amici) e che un figlio o una figlia possono essere cresciuti bene
solo da un uomo e da una donna (quindi, ancora, non da QUEI tuoi amici). Magari
chiamano un ragazzo di 20 anni “culattone” e riescono a sentirsi persino dei
buoni esempi e dei bravi comunicatori. Magari ci scappa un insulto anche ai
tuoi, di amici, un giorno. Magari pure un pugno. Magari è solo che in Italia è
così perché così è sempre stato. E poi magari pensi, in fondo, non sono proprio
discriminat*. Magari ti sembra così lontana la possibilità di cominciare a cambiare
le cose. Magari lo farà qualcun altro, ti dirai. Qualcuno più coinvolto, con
più tempo, più calma, più pazienza, più energia.
Ti do una notizia: tu sei
importante e “99 non è 100”. La battaglia per i diritti civili delle persone
omosessuali, lesbiche, bisessuali o transessuali non è qualcosa che riguarda
solo QUELLE persone, ma tutte. I diritti civili sono diritti umani (questi
tanto elogiati ma poco conosciuti) perché riguardano delle Persone. Come te.
Persone che forse un giorno vorranno avere il diritto di essere riconosciute
come coppia dal proprio Stato e smettere di essere invisibili. Persone che a
San Valentino si regalano ciabatte comode. Persone che hanno scelto da che
parte stare. Come te.
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