sabato 23 maggio 2015

L'Irlanda si apre ai matrimoni gay


DUBLINO - Il verdetto in un tweet del ministro per le pari opportunità Aodhan O'Riordain: dai primi risultati dello spoglio, gli irlandesi hanno detto sì al matrimonio gay votando un referendum molto atteso e sentito. Per non mancare al loro appuntamento con la storia: perché, se 21 Paesi in tutto il mondo hanno già legalizzato i matrimoni tra omosessuali (Danimarca, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Canada, Sudafrica, Norvegia, Svezia, Slovenia, Portogallo, Inghilterra, Galles, Islanda, Argentina, Uruguay, Nuova Zelanda, Finlandia, Messico, Brasile e Usa, in 38 Stati), l'Irlanda sarà il primo a farlo passando per una consultazione popolare. Cinque anni dopo l'approvazione in Parlamento delle unioni civili per le coppie omosessuali. Inimmaginabile solo 20 anni fa, quando nella Repubblica dell'"isola verde" veniva finalmente cancellato il reato penale di "omosessualità".

Sulla scheda del referendum, i 3,2 milioni di irlandesi con diritto di voto hanno dovuto rispondere a una semplice domanda: volete che sia emendato l'articolo 41 della Costituzione del 1937, con l'inserimento di una nuova clausola nella sezione "Famiglia"? Clausola che recita: "Il matrimonio può essere contratto per legge da due persone, senza distinzione di sesso".

Mentre sono stati circa 66mila i giovani che hanno aggiunto i loro nomi nei registri elettorali nelle ultime settimane, portando il numero dei votanti della fascia 18-25 anni a circa 400mila, ritenuti decisivi per la vittoria del "sì". Come sostiene John Lyons, uno dei quattro parlamentari irlandesi, su 166, apertamente gay: "Se il sì ha vinto è dovuto in larga parte alla mobilitazione dei giovani elettori. Il che dimostra come una piccola isola, ai confini dell'Europa e sulla rotta per l'America, può essere un faro di luce nel mondo".

"Un faro, una luce di libertà e uguaglianza per il resto del mondo" è l'immagine scelta anche da Leo Varadkar, ministro della Salute che ha smesso di nascondere la sua omosessualità nel momento in cui il governo ha rotto gli indugi e ha scelto di sostenere il cambiamento della Costituzione. "Saremo il primo Paese nel mondo a custodire l'uguaglianza nel matrimonio nella nostra Carta, e a farlo con un mandato popolare. In questo giorno è un orgoglio essere irlandesi".

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