In quel tempo, Gesù diceva [alla
folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno;
dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli
stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la
spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito
egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Leggendo la parabola odierna mi
sgorgano immediatamente alcune considerazioni.
- la concretezza del
linguaggio usato da Gesù per farsi ascoltare e capire.
- Gesù ha sempre vissuto
molto ben inserito nella sua comunità di villaggio, conosce gli usi, gli
strumenti di lavoro, gli oggetti di casa, conosce il comportamento delle
persone e ne recepisce molto bene i sentimenti e le aspettative.
- il concetto di Regno di
Dio viene legato all'oggi, all'attuale e non viene rimandato ad un futuro in
altro luogo e soggetto a precedenti comportamenti.
- il mistero del passaggio
da chicco a spiga che avviene nel terreno mi fa capire l'attualità della
Creazione come evento ancora e sempre in procedere e non azione cominciata e
finita una sola volta nella storia.
- l'importanza di
continuare a seminare continuamente
lasciando alle leggi della natura l'evento creativo che avverrà
indipendentemente da azioni esterne.
- la spiga nascerà
indubbiamente ma la sua corposità dipenderà anche da fattori esterni quali
qualità del terreno, irrigazione, soleggiatura, intemperie e in questi
frangenti vedo la possibilità dell'intervento umano per un'eventuale miglioria.
- la sicurezza di vedere
il raccolto maturo e la necessità di essere pronti a falciarlo per poterlo
raccogliere ed usare per alimentazione o per nuova semina.
sergio
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