Vangelo (Marco 5, 21-43)
Talità Kum. "Fanciulla, io ti dico: alzati!"
Gesù, con queste parole, risveglia da un sonno mortale una bambina.
Quante volte nella nostra vita abbiamo sentito risuonare nel cuore questa frase...
Nei momenti di disperazione, quando le prove della vita ci hanno abbattuto e portato a credere che non saremmo riusciti a sopportarle, che ci avrebbero schiacciati, ecco giungere nella nostra anima un soffio divino che scandisce " Talità Kum" e ci rialziamo, con fatica ma " ricominciamo a camminare" come la bambina del Vangelo.
Osserviamo un aspetto interessante: quando Gesù pronuncia la frase sopra menzionata, la reazione riportata dall' Evangelista, non è del risveglio faticoso, del torpore, ecc..bensì della ripresa del movimento.
Certo! Perchè quando siamo sprofondati in un dolore grande siamo immobili, come esseri terrorizzati, paralizzati oppure non abbiamo la forza fisica e mentale per reagire...In questi momenti il divino si manifesta e corre in nostro aiuto. Attenzione! La conditio sine qua non perchè ciò avvenga è riconoscere che siamo impotenti ( quindi incapaci con le nostre sole forze di venirne fuori) e secondariamente che dobbiamo affidarci a Dio per farci aiutare; dobbiamo cioè chiedere il Suo intervento, dobbiamo autorizzare noi stessi a farlo entrare nel cuore.
Gesù diceva:" Chiedi e ti sarà dato", intendendo che l'essere umano deve sferzare il proprio orgoglio smisurato che lo porta a ritenersi sopra tutti e sopra l'intero creato, per riconoscere la propria impotenza e a quel punto, con quella consapevolezza, può rivolgere " gli occhi al cielo" e guardare l'infinita potenza di Dio e poi chiudere gli occhi e ritrovarla sopita in se stessi. " Dio creò l'uomo a Sua immagine"...
Ne consegue, carissimi, che la frase Talità Kum è anche un'esortazione a risvegliare il divino, a riconoscerlo già presente in noi!
Se riusciremo in questo percorso abduttivo della nostra coscienza a capire che siamo immersi nel divino, che alberga in noi e fuori di noi, allora saremo veramente Esseri risvegliati dal sonno eterno dell'ignoranza e vivi, in cammino.
Un abbraccio.
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