Eucarestia di domenica
26 luglio 2015
“La
categorizzazione, Gesù creava categorie?"
Musica di apertura: Metti in circolo il tuo amore (Ligabue)
G. La categoria viene definita come
una suddivisione che si ottiene ordinando o classificando secondo vari criteri.
Chi definisce tali criteri? L'uomo, secondo la propria soggettività e il
proprio pensiero, la propria cultura, trascorso e punto di vista. Categorizzare
qualcosa ma soprattutto qualcuno, lo inserisce in una scatola dai
contorni ben delineati. E' giusto che esistano certi tipi di categoria, per
rimediare all'indeterminatezza e all'evanescenza di certi concetti. Purtroppo
la categorizzazione aristotelica ha perso gran parte del suo senso. Oggi far
parte di una certa categoria ci pone da una o dall'altra sponda del fiume.
"ricco o povero", "bianco o nero", "etero o
omosessuale", etc. con la conseguenza di beneficiare o no dell'accettazione
di una società troppo spesso poco informata e giudicatrice. Ma cosa si cela dietro una parola che ci viene cucita
addosso senza che nessuno ci abbia preso le misure. "Tu sei
omosessuale!", cosa vuol dire realmente?. Riflettiamo insieme.
- Lungo il suo
cammino Gesù ha incontrato i lebbrosi, le prostitute, gli ebrei, gli
schiavi e nonostante tutto lui si è avvicinato a loro. Lui non si fermava
davanti alle categorie perché ha sempre cercato di ampliare la visione
relativa alle persone e non rinchiuderle in una definizione.
- Dio, insegnaci a
essere come la Samaritana (Gv. 4, 1-42) che dopo aver incontrato Gesù ha subito
compreso il suo messaggio e con gioia l’ha diffuso. Lui si è avvicinato a
lei donna, samaritana e in più legata a diversi uomini, lei ha dato da
bere a un uomo che proveniva dalla Giudea.
- Nella società di oggi tutti/e noi siamo categorizzati: gay, disabili, immigrati… Queste sono solo categorie, contenitori sperzonalizzati che tolgono individualità e che non ci permettono di conoscere l’altro/a come persona.
- Ti ringraziamo, o
Dio, perché con il Tuo insegnamento ci hai dimostrato che le categorie
sono solo dei “muri” creati dagli uomini che si possono abbattere per
poter vivere e rispettarsi, accettarsi tutti/e in armonia.
Vangelo (Giovanni 6, 1-15)
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di
Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni
che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi
discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli
occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo
comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo
alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose
Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno
possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea,
fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due
pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere».
C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa
cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede
a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E
quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati,
perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i
pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la
gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il
profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo
per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Commenti e riflessioni personali: Redemption song (Elisa)
G. Eccoci ora partecipi, come discepole e
discepoli, della cena di Gesù.
Tutti. Ora noi spezziamo il pane
ricordando Gesù, rendi vivo ed efficace per ciascuno e ciascuna di noi questo
ricordo. Egli ci disse di vivere al Tuo cospetto e ci insegnò a dividere il
pane dei campi e il pane dei cuori. “Prendete
e mangiate, prendete e bevete: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”.
Questo è il corpo, la vita, la strada, la sostanza della memoria di Gesù:
vivere sotto il Tuo sguardo e dividere tra di noi, accompagnarci. Padre, che
tutto questo si avveri nelle nostre vite perché la nostra eucarestia non
diventi una farsa.
Padre nostro
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo
nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li
rimettiamo ai nostri debitori, e sostienici nell’ora della prova, ma
liberaci dal male.
Comunione con intermezzo musicale:
Preghiere spontanee
1. Aiutaci,
o Padre, a rompere i giudizi gratuiti e le categorie mentali. Quando incontreremo qualcuno/a per strada, possano i
nostri occhi raggiungere la sua persona nel profondo. Non importa chi sia, ma
quello che ci insegnerà lungo la strada.
2. Solo
aprendo il cuore è possibile rompere le barriere, i muri, i pregiudizi che ci
limitano di vedere l’altro/a per quello che è, nella sua straordinaria
(im)perfezione, nella sua storia, in tutte le sue parti…
Tutti. Concludiamo questa eucarestia con l’augurio di
poter vedere ogni persona che incontreremo lungo il nostro cammino come un
fratello e una sorella e non seguendo le categorie che quelle persone
potrebbero rappresentare.
Ecco l'augurio di un buon cammino nei giorni della settimana:
"Un vecchio Rabbì chiese un giorno ai suoi discepoli: " Chi di
voi saprebbe dirmi come si po' distinguere il momento in cui finisce la notte e
inizia il giorno?". "Io direi", rispose prontamente un allievo,
"quando, vedendo un animale a distanza, uno sa distinguere se è una pecora
o un cane". "No", rispose il Rabbì. "Potrà essere l'inizio
del giorno", disse un altro, "quando, vedendo da lontano un albero,
si può dire se è un fico o un pesco". "Neppure", insisté il
Rabbì. "Ma allora", chiesero i discepoli, "quando mai si può capire
quando finisce la notte e inizia il giorno?". "Quando", rispose
il Rabbì, "guardando in volto un uomo qualunque, tu vedi che è tuo
fratello: perché, se non riusciamo a fare questo, qualunque sia l'ora del
giorno, è sempre notte…".
(da AA.VV., Quando è giorno?, Torre Pellice,
1988)
Intervento musicale per concludere il collegamento con Marianna e
festeggiare il gemellaggio Irlanda-Italia: Gente (Pausini)
Non siamo angeli scesi dal cielo
RispondiEliminama gente comune che ama davverooooooooo:)