"Papa
Francesco, Dio non commette errori, ma chi vive l'omosessualità è, a parer Tuo,
'in errore oggettivo'". Giulia è una ragazza cristiana che, come molti,
vive nell'angoscia l'attacco che la sua Chiesa rivolge alle persone come lei.
Lei ama un'altra donna e in quell'amore riscopre ogni giorno la grandezza del
suo Dio, che le ha tracciato "la strada della felicità".
Giulia è
convinta di questo e vorrebbe che anche la Chiesa se ne rendesse conto,
cessando di interpretare l'omosessualità come un male, come qualcosa di
sbagliato. Per questo ha accettato di raccontare su Facebook
la sua esperienza e metterla al servizio di una campagna di storytelling
realizzata da Cammini di Speranza, l'associazione nazionale delle persone LGBT
cristiane.
Sotto
l'hashtag #chiesaascoltaci
appariranno periodicamente sui social network racconti e appelli da parte di
gay, lesbiche o genitori, parenti e amici di persone omosessuali, nella
speranza, appunto, che la Chiesa possa ascoltarli.
A
incominciare è stata Giulia, che si è rivolta direttamente a Papa Francesco:
"Se io non fossi lesbica non avrei conosciuto la paura di essere giudicata
e quindi non avrei imparato il rispetto per ciò che non conosco. Se io non
fossi lesbica non avrei conosciuto l'amore perché è il Signore che mi ha
mandato la persona che amo. Vedi, papa Francesco, per me Dio non commette
errori: mi ha resa una persona “diversa” perché sapeva che per me sarebbe stata
la strada della felicità. E sapeva anche che la diversità è ricchezza per la
Chiesa Cattolica ossia, ricordiamolo, la Chiesa universale, di tutti”.
Un'iniziativa
che si pone in contrapposizione al Family day.
Un modo per far sentire la propria voce occupando, anziché le piazze reali
com'è stato per la manifestazione del 30 gennaio, quelle virtuali dei social
network.
"L’idea
è di far riscoprire le piazze, offerte dai social network, come luoghi di
incontro", spiega Andrea Rubera, portavoce di Cammini di Speranza,
"In un momento in cui sembra che la logica delle barricate, della
contrapposizione ideologica sia l’unica via percorsa. Papa Francesco ci invita
a costruire ponti e noi siamo qui a raccogliere questo invito. Vogliamo che i
pastori si vestano anche della nostra “puzza di pecore” che per tanti anni è
stata puntualmente evitata".
La campagna
sarà attiva su Twitter
e Facebook
sino alla fine del Giubileo della Misericordia: “Siamo nell’anno del Giubileo e
ci sembra che nella luce di questa della Misericordia debba trovare spazio ogni
persona, ogni storia, ogni affetto, con uguale dignità, uguale rispetto, senza
pregiudizio".
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