Se metto un grosso cucchiaio di sale nella zuppa, sarà immangiabile. Ce ne vuole solo un pizzico, che basta ad insaporirla. Se penso alla nostra Comunità, alle poche persone che ne fanno parte, mi piace immaginare che seppur in numero esiguo, abbiamo la possibilità di cambiare l’ambiente intorno a noi, contribuendo affinché il nostro mondo resti un po' più umano. Questo sarebbe povero, inumano e freddo se non ci fossero uomini e donne che danno prova di cordialità e di generosità spontanee. Se riesco a portare fuori da queste mura e da questi dialoghi domenicali, un po' di quell’essere sale, insaporitore di realtà troppo spesso insipide, posso donare gusto alle cose. Ma siamo abbastanza fiduciosi per credere al carattere contagioso della bontà? O ci accontentiamo di temere il potere contagioso del male? Un pizzico di sale basta a dare gusto a tutto un piatto così come ognun* di noi, anche se si sente isolat*, ha la fortuna di poter cambiare il clima che lo circonda! Gesù ci crede capaci: voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo! Ma allo stesso tempo Gesù ci avverte che, per svolgere nel mondo la funzione del sale, occorre essere autentici e non diventare insipidi. Se il sale non mantiene la sua qualità, allora non serve più. Così anche noi Comunità, se diventiamo mondani, appiattendoci su “così fan tutti”, rischiamo di perdere la nostra ragion d’essere. E allora la mia preghiera di oggi è quella di essere, diventare o rimanere dei buoni cuochi, i quali sanno che mettere il sale nei cibi richiede discernimento e misura, qualità da esercitare come cristiani presenti tra gli uomini, accompagnate da una solidarietà tale fino a nascondersi come il sale negli alimenti e la consapevolezza di essere solo apportatori di gusto.
Marianna
VANGELO (Mt 5, 13-16)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.»
COMMENTO
Premetto, prima di proporre un commento a questo brano, che il suo messaggio principale, questa volta, mi pare possa davvero essere rivolto a noi…alla nostra piccola comunità e al suo modo di proseguire il suo cammino…
Nel testo si dice: VOI SIETE IL SALE DEL MONDO…
Certamente noi non abbiamo una rilevanza tale da poter dare sapore a grandi realtà, ma, capovolgendo il pensiero, cosa del nostro ritrovarci diventa significativo per noi, o fuori di noi? Proseguendo con la metafora del sale, mi chiedo: cosa della nostra vita diventa sapido nella nostra esperienza? Noi ci diciamo cristiani, diversamente cristiani forse, cristiani in ricerca, ma la nostra caratteristica, in questo senso, è esclusivamente quella di accogliere le sollecitazioni inviateci da Franco. Siamo, in altre parole,un sale estremamente poco consistente… Ci accontentiamo di incontrarci una volta al mese per scambiare pareri, riflessioni e fingere di accogliere sollecitazioni. Mi pare davvero che siamo un sale che ha utilità solo per farci ritenere di poter essere “comunità nascente”… Forse, il nostro trarre stimoli dagli incontri mensili, dalle letture che da questi si dipartono, si evidenzia nella nostra vita quotidiana, nel nostro aver scelto di lavorare come servizio, anziché come esclusiva ricerca di retribuzione monetaria. Forse è questa una dimensione possibile, forse il nostro mondo occcidentale, per confermare sé stesso, ci costringe a poter essere soltanto questo. Oggettivamente, però, sento che qualcosa non funziona al confronto con lo stimolo a diventare il sale del mondo. Sento, piuttosto, che il mondo sala la nostra esperienza di vita: le mille attività e pensieri che ritroviamo sono quelli che colorano la nostra vita; ogni tanto, riusciamo ad essere anche cristiani, certo cristiani in ricerca, cristiani del dissenso o come si vuole dire. Ma il problema, torno a dire, è proprio questo: alla luce della testimonianza evangelica,possiamo accontentarci di questo? Poi, è vero: siamo i classici 4 gatti, abbiamo 100 altri impegni, non possiamo che fare così… Questo si scontra con l’analisi e il tentativo di comprensione di quei pezzi di Vangelo che condividiamo, che continuano ad esser pungolo per le nostre coscienze benestanti… Per concludere, approfondiamo una riflessione: la comunità di Pinerolo, quella animata da Franco, riesce costantemente ad avere un transito e un confronto con un gran numero di persone; noi, invece, siamo riusciti a perdere progressivamente molti contatti fra quelli che abbiamo incontrato, chiaro segno che il nostro modo di incontrarci non riesce ad essere un buon biglietto di presentazione, più spesso accade che perdiamo i contatti, piuttosto che li manteniamo. Certo, la ricerca è fatica, lo studio è oneroso, il confronto è problematico, ma questo è il sale del mondo, la luce che non si può e non si deve mettere sotto il moggio, ma deve mantenere una posizione centrale per poter continuare a diffondere i suoi bagliori…
Valter
RIFLESSIONI - INTERMEZZO MUSICALE
1. O Dio, aiutaci a sostenere il sapore delle nostre vite, ad essere faro per altre persone che guardandoci possano riscoprire i loro gusti.
2. Alimentiamoci di vita, anche quando il suo sapore appare insipido o dimenticato.
3. O Signora della luce, a che serve pregarti se io non la vedo dentro di me? Forse per poterla vedere un giorno?
4. O Signora della luce, ti sentiamo come il sale di questa terra, come l'aria al mattina quando rinfresca la nostra pelle, come il sole forte nelle giornate d'estate. Riscaldaci, noi siamo qui.
Tutti. Gesù era a tavola con i suoi amici e le sue amiche. Egli era ben consapevole della congiura che si stava organizzando contro di lui e il suo cuore faceva i conti con la paura. Voleva lasciare ai suoi amici e alle sue amiche, in quella sera e in quella cena di intimità, qualcosa di più di un ricordo, di un segno.
Ora noi spezziamo il pane ricordando Gesù: rendi vivo ed efficace per ciascuno e ciascuna di noi questo ricordo. Egli ci disse di vivere al Tuo cospetto e ci insegnò a dividere il pane dei campi e il pane dei cuori.
“Prendete e mangiate, prendete e bevete: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. Questo è il corpo, la vita, la strada, la sostanza della memoria di Gesù: vivere sotto il Tuo sguardo e dividere tra di noi, accompagnarci. Padre, che tutto questo si avveri nelle nostre vite perché la nostra eucarestia non diventi una farsa.
COMUNIONE CON INTERMEZZO MUSICALE
PREGHIERE SPONTANEE
Padre Nostro
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e sostienici nell’ora della prova, ma liberaci dal male. Amen.
POESIA
Accorgersi del gusto delle cose
qualcosa spesso di difficile
ai nostri occhi persi come sono delle volte nella vista di un piatto insipido,
ma conosciuto e per questo mangiabile.
Cercare cibi nuovi, risvegliarsi all'odore di profumi stranieri e freschi.
Gesù allo stesso modo risveglia narici assuefatte agli odori comuni,
si desta dal sonno.
Così come anche noi
possiamo diventare portatori di sapore con un sorriso,
una parola dolce, una manciata di speranza lanciata tra gli sguardi smarriti,
essere sale per condire i nostri incontri
essere luce per candele consumate
esserci e basta.
Chiara
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