mercoledì 11 marzo 2020

Le radici del vero gesuanesimo

"Ogni tanto Gesù si allontanava da tutti. Dopo i bagni di folla e i pressanti incontri che si susseguivano giorno dopo giorno, aveva bisogno di fermarsi, di allontanarsi dal mondo circostante. Dopo aver dialogato con tante persone, sentiva la necessità di sottrarsi alle sollecitazioni esterne e cercava di concentrarsi in sé, in un proprio spazio interiore. Si isolava per pregare, per cercare un rapporto diretto con Dio. Questa sua abitudine di pregare da solo svela un aspetto incredibilmente profondo della sua identità. Pur cercando un rapporto con tutti, egli era un uomo sostanzialmente solo, perché autonomo e indipendente. Trovava tutto il sostegno di cui aveva bisogno esclusivamente in un appello al soprannaturale. E' questa pratica dell'invocazione e dell'abbandono incondizionato a Dio che gli dà forza e sta alla radice della sua solitaria vita personale...
La visione finale che ci trasmettono i racconti della preghiera nell'orto del Monte degli Ulivi rivela un carattere costante della sua esistenza. Al termine della sua vita la situazione che Gesù si trova ad affrontare è irrisolvibile. Aveva assunto, in modo personale, pesi e fatiche, desideri e attese, aveva sperato in Dio, aveva attivato forze incontenibili. Giunto al compimento del suo dramma, al momento di massima tensione emotiva, riaffiora la fedeltà allo stile di vita che aveva abbracciato. Gesù rimane solo, con le sue sole forze, faccia a faccia con Dio. Continua ad essergli obbediente. Non chiede nulla che non sia quello che deve avvenire. E tutto avverrà davanti ad un mondo che non può dominare e che gli è sostanzialmente lontano ed estraneo. Uomo della mobilità e della convivialità, rimarrà totalmente solo e immobilizzato sul legno". 
(tratto da Adriana Destro e Mauro Pesce, “L'uomo Gesù”, Mondadori, pp.211-214) 

I cristiani gesuani , quelli che si rifanno al Gesù storico, pregano Dio come faceva Gesù. La preghiera è per Gesù uno dei pilastri della sua vita e della sua fede ebraica. In questo senso si capisce bene che cosa si intenda per gesuanesimo, nelle parole di Adriana Destro e di Mauro Pesce. Esattamente quello che 30 anni fa il teologo Hans Kung scriveva nel suo "Tornare a Gesù" (Rizzoli). Egli ci sollecitava alla sequela di quel Gesù ebreo tutto concentrato sull'adorazione del mistero di Dio e tutto immerso nella lotta per la giustizia. Non si può correttamente parlare del Gesù storico separando le due dimensioni convergenti nella sua vita. Il cristianesimo gesuano rifiuta il cristianesimo dogmatico da Nicea ad oggi. 

Franco Barbero 

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