mercoledì 29 aprile 2020

don Derio Olivero

Scrive don Derio Olivero, appena guarito: ”Così parla un vescovo al tempo del Covid 19

Così parla un vescovo, Derio Olivero, pastore della diocesi di Pinerolo (TO).
Così parla un vescovo, che esercita con coerenza il suo compito di presidente autorevole della comunità e non si degrada nella macchietta dell’arruffapopolo.
Così parla un vescovo, da quella cattedra del tutto singolare che è il suo letto di ospedale, avendo rischiato più volte di morire dopo essersi gravemente infettato di Covid 19.
Così parla un vescovo.

«Credo non sia il momento di essere imprudenti, ma collaborativi. Il comunicato [della CEI] mi sembra abbia un po’ troppo il tono dell’autonomia. Non è questo il tempo di mostrare i denti, bensì di collaborare.
Abbiamo rinunciato al Triduo pasquale. Perché non provare a pazientare? Credo che questa epidemia possa essere un kairòs, un’occasione da cogliere anche nel modo di fare pastorale. Molti vescovi si sono industriati per far pregare le persone nelle case. Molti sono tornati a pregare come non facevano prima.
Perché non insistere sulla necessità di reimparare la fede nelle case? Altrimenti rischiamo di tornare a celebrare le messe, lasciando però che poi la vita di tutti i giorni sia vuota. La messa può anche essere una parentesi in un vuoto quotidiano.
Di fronte a tragedie come queste si vince insieme. Chi mostra i denti ribadisce i propri diritti e pare che vinca, ma collaborerà alla sconfitta»

(da La Repubblica, 28.04.2020)

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