sabato 20 novembre 2021

Commento vangelo domenica 21 novembre

Giovanni 18, 33-37

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

 

“Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”, ci troviamo di fronte a una citazione del contraddittorio, dell’interrogatorio avvenuto tra Gesù e Pilato, certo è difficile ragionare su questo brano non essendo prossimi a liturgie pasquali e liturgie collegate. Non resta, allora che riflettere su sezioni significative del testo scelto.

Possiamo chiederci perché per la comunità di Giovanni era importante riflettere in questo modo sulla pasqua? Meglio, cosa significa questo interrogativo nel tempo?

La pasqua di Gesù nazareno è l’evento centrale della nostra fede, di conseguenza è legittimo riflettervi in diversi momenti dell’anno, occorre però avere l’accortezza di impostare la nostra riflessione secondo canoni propri del contesto.

Qui, sembra che ci troviamo di fronte a un racconto quasi cronachistico dei momenti seguiti all’arresto di Gesù, diventa necessario scoprire quale è l’importanza di questo tipo di memoria.

Forse, l’evangelista mirava a realizzare una memoria attiva delle diverse fasi delle vicende conclusive della storia del nazareno.

Per noi, invece, quale importanza può assumere un brano simile?

L’interrogativo rispetto alla regalità del Cristo, non può essere stato presente al tempo in cui si svolsero gli eventi allusi. Sicuramente fu molto posteriore e credo che sia stato irrisolto giacchè a un re non si addice un arresto e una morte di croce, pertanto credo che in questo brano si possa ritrovare un eco della ricerca su chi sia stato davvero Gesù di Nazareth.

Questa domanda è davvero ancora attiva ai nostri tempi, realmente siamo chiamati a scoprire il ruolo che oggi riveste la storia del profeta Galileo.

Dobbiamo, allora, lasciar da parte le incrostazioni culturali e religiose che ci fanno pensare a lui nei termini soliti.

Davvero il regno, l’importanza del nazareno, non può essere di questo mondo, di questo contesto perché se così fosse non avrebbe potuto seguire una china così ignominiosa.

Allora, sembra che ognuno che voglia essere cristiano debba riscoprire perché può avere significato la parabola esistenziale del nazareno .Il dato difficile da intendere, è quello relativo a chi avrebbe potuto prendere le difese di questo condannato … nessuno né al tempo né oggi.

Ciò che invece resta possibile e ancora sempre da fare e scoprire è di portare avanti le lotte degli sconfitti dalla storia quali appunto il profeta nazareno.

Certo che per essere reali, effettivi in questa missione occorre grande attenzione e motivazione, occorre, in altre parole, rinnovare l’adesione cristiana giorno dopo giorno senza credere che battesimo o altre pratiche sacramentali ci abbiano consegnato la patente dell’autenticità cristiana.

Valter Primo

Nessun commento:

Posta un commento