Luca 1, 39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Eccoci nuovamente chiamati a leggere o ad ascoltare questo brano evangelico avendo l’accortezza di non intenderlo come un racconto avente storicità, ovvero che si propone di fornire una raffigurazione di un evento storico reale.
Non è mai eccessiva questa osservazione, pensare la sterilizzazione di un testo, di un capitolo evangelico che se inteso letteralmente rinvia a una fede mitica e infantile.
Avendo chiaro questo dato, occorre cercare altre piste di comprensione, di ascolto per il brano in questione.
Non possiamo fare a meno di osservare la dinamicità presente nel racconto:
vi sono ripetute descrizioni, allusioni a un qualcosa che avvenendo richiede una risposta dinamica, non contemplativa.
Credo che leggendo queste pagine veniamo rinviati a un percorso di Maria, che esce dalla sua casa, dalla sua terra e si muove verso altra meta. Quindi penso che anche chi si trova a leggere questo capitolo evangelico debba entrare nell’ottica di uscire dalle consuetudini di affrontare un percorso di ricerca per dare efficacia alla propria opzione di fede.
Proseguendo nella lettura, notiamo che è presente la citazione di ciò che avviene a seguito del saluto, dell’incontro tra Maria ed Elisabetta: avviene un movimento interno al fisico di colei che riceve il saluto, ovvero è come se la dinamicità delle donne si comunicasse anche al bambino in grembo.
Vi è quindi una forte dinamicità della situazione descritta, ciò dovrebbe farci pensare all’inutilità di un’interpretazione estatica miracolistica di queste pagine. È invece presentissimo il carattere dinamico che l’autore vuole comunicare in questo suo scritto.
Quindi siamo chiamati a nostra volta a seguire questo esempio, a metterci in cammino, in ricerca per dare spessore alla nostra fede a partire da una leggenda evangelica che altrimenti rischia di diventare una ritualità.
In aggiunta, notiamo che questa scena vede come protagoniste due donne, un dato sicuramente non consueto per la cultura del tempo.
Valter Primo
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