lunedì 28 marzo 2022

Le belle notizie di cui abbiamo bisogno

L'orizzonte è fosco e puzza di bombe, di aumenti di bollette, di licenziamenti. Anche nella nostra chiesa c'è chi fa l'ortolano o il giardiniere ma non riesce a vedere anche solo lo sbocciare d'un fiore in questo tentativo che facciamo in molti e in modi diversi di rinnovare la chiesa e far risplendere la luce del Vangelo.

Quasi 50 anni fa scrissi alcune parole che qui riporto dal mio libro "Diventati marxisti ha ancora senso parlare di peccato?" (editrice La Lanterna):

"Nella comunità cristiana dobbiamo testimoniarci a vicenda le meraviglie che l'amore di Dio compie in noi: anche questa è fraternità che edifica: "Siccome Timoteo ci ha arrecato buone notizie circa la vostra vita di fede e la vostra carità, noi o fratelli ne siamo stati confortati pur tra le nostre angustie e le tribolazioni di ogni genere e questo ci fa rivivere…"  (1Ts 3,7-8).  Le belle notizie, scrive Paolo fanno rivivere! Il libro dei proverbi lo dice in una maniera ugualmente pittoresca: "Le buone notizie sono come un bicchier d'acqua fresca per un assetato" (Pr 25,25).  

Quanto c'è bisogno di reciproca testimonianza di buone notizie, di speranza, in questo tempo del mondo e della chiesa in cui molti vedono soltanto guasti e infedeltà. Non si tratta certo di essere degli entusiasti irresponsabili, né degli ingenui fabbricatori di illusioni, ma di avere gli occhi attenti alle opere del Signore e le labbra aperte per proclamarle.

Non abbiamo il diritto di chiudere nel nostro cuore la gioia e l'annuncio delle cose belle: "Noi non stiamo agendo come si deve. Questa è un giorno che arreca una buona notizia. Se noi ce ne stiamo zitti ed attendiamo fino a domani non sfuggiremo il castigo. Su, entriamo in città a portare l'annuncio" (2Re 7,9-10). Sovente ci toccherà non tacere le cattive notizie per essere fedeli a Dio e agli uomini, ma spesso l'Evangelo ci invierà a proclamare la buona notizia della liberazione, della speranza, del Regno. Ogni volta che nella chiesa o nel mondo si spegne "il lucignolo fumigante" (Is 42,3) oppure ogni volta che si spegne lo "Spirito" (1Ts 5,19) o lo si contrista (Ef 4,3s), o perché vorremmo che tutti passassero per il nostro sentiero o perché si mortifica la libertà dei figli di Dio con abusi gerarchici, tutto questo significa portare brutte notizie, esercitare lo strano carisma, "il diabolico compito" di "sconfortare" i fratelli nella fede.

 La nostra preoccupazione deve essere invece quella di guardare avanti nella speranza del Regno di Dio per diventare come Abramo una benedizione per molti e molte (Gn 12,3).

Franco Barbero

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