giovedì 3 marzo 2022

Riflessioni di David Maria Turoldo

L'uomo sbagliato

Un altro pericolo, uguale al primo (falso concetto di Dio), è il falso concetto di uomo. Bisognerebbe che ciascuno di noi pensasse di rispondere a questa domanda: cosa pensi di te stesso? Come di concepisci?

L'uomo sbagliato è una conseguenza del Dio sbagliato. Si ha l'uomo sbagliato quando questi si crede un assoluto, si crede l'unica fonte del bene e del male; si crede autonomo, padrone di fare quello che vuole. Da qui nasce l'arbitrarietà, il sopruso, la sopraffazione, la strumentalizzazione dei valori, la devastazione, fino all'autodistruzione.

In quale dio si crede?

Oggi il problema non è l'ateismo. Il vero problema è: in quale Dio si crede. Io non credo in Dio; credo solo nel Dio di Gesù Cristo, nel Dio degli umili, degli oppressi, nel Dio per l'uomo, fratello di tutti gli uomini, che anzi si offre perché tutti vivano, ecc.

Gesù Cristo è ucciso in nome di Dio; del Dio sbagliato, naturalmente.

Anche S. Paolo dice: "Io per dar gloria a Dio, volevo metter a morte tutti i cristiani" (Gal 1,13-14).

Ma poi diventa cieco.

Cosa vuol dire pregare

Giovani, non percorrete le strade che abbiamo percorso noi. Io non faccio che vergognarmi di esser stato in guerra, anche se ho combattuto solo nella Resistenza, cioè per l'umano contro il disumano.

Ma ha ragione il papa: con la guerra tutto è perso, con la pace tutto si acquista! Fare la guerra è come suicidarsi.

Giovani, pregate per la pace; ma ricordate che pregare vuol dire sempre prendere coscienza. Perché se tutta la preghiera non si trasforma in vita, se la "lex orandi" non diventa la "lex vivendi", noi stiamo prendendo in giro Dio e noi stessi.

La violenza genera violenza

Non c'è mai una violenza che possa porre fine alla violenza. Chi uccide Caino non fa che moltiplicare la violenza e la morte. Sarà ucciso sette volte, che vuol dire: Se non rompete questa spirale della violenza, non farete altro che moltiplicare i morti. E Dio è anche da quella parte, perché è sempre dalla parte dell'uomo, anzi dell'ultimo di tutti gli uomini, del più braccato, umiliato e offeso.

(brani tratti da David Maria Turoldo, “La guerra sconfitta di Dio”, ed. Colibrì)

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