sabato 4 giugno 2022

Commento vangelo domenica 5 giugno

Giovanni 14, 15-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Paraclito perché sia con voi per sempre: lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. Ancora un po', e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Giuda (non l'Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Paraclito, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.»

 

Il testo da cui muove questa nostra riflessione conferma l’architettura logico letteraria dei testi di questo evangelista, siamo di fronte a una perfetta struttura logico dialogica che però rischia di assumere un carattere accademico nel momento in cui cerchiamo di comprenderla alla luce di una ricerca di fede.

Tuttavia, se cerchiamo di dilatare i nostri schemi razionali, vediamo che non siamo di fronte all’espressione di una sorta di sillogismo, di composizione di affermazioni logico religiose poiché è centrale il ruolo attribuito allo ”Spirito”, al ”Paraclito”, che può essere inteso come il dato risultante dall’insieme delle tracce, dei ricordi, dei simboli lasciati e insegnati da Gesù.

È fondamentale riuscire a intendere questa presenza, questa forza lasciataci dal predicatore nazareno collegandola ogni volta a episodi, a insegnamenti datici dal predicatore che la congiura dei poteri politico religiosi mise a morte.

Se da ciò che appare come una sconfitta totale può prendere vita una serie di testimonianze e di impegni individuali, questo è il segno che esiste ciò che viene definito Spirito Paraclito.

So che questo ragionamento può apparire semplicista, riduttivo, se accostato alle cattedrali che hanno cercato di alludere allo Spirito lasciato da Gesù:

tuttavia, mi sembra che possa essere un sistema con il quale alludere a questa forza.

Una maniera per nulla accademica o filosofica, che tuttavia permette di conservare integro il messaggio lasciato da Gesù di Nazareth, anzi di mantenere l’esigenza di una costante sua attualizzazione e rilettura. Credo che il dato centrale di questo ragionamento, di questo insieme di valori, stia nel cercare di mantenere aperto un percorso di riflessione, di confronto su ciò che deriva dal mantenersi in costante ricerca di una migliore comprensione dei dati acquisiti.     

Valter Primo

Nessun commento:

Posta un commento