Dal
Vangelo secondo Matteo 1, 18-34
18Così fu generato
Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che
andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe
suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò
di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste
cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe,
figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il
bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà
alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo
dai suoi peccati».22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò
che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce
un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si
destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e
prese con sé la sua sposa.
Sia questo brano del Vangelo di Marco, sia il primo
capitolo di quello di Luca (Lc 1, 26-38), ci parlano del concepimento di Gesù, ma
i due evangelisti ci riportano racconti molto diversi. Al contrario di quello
che capita nel Vangelo di Luca in cui la protagonista è Maria, in Matteo
l’annuncio viene dato a Giuseppe, uomo giusto che deve fare i conti con la
gravidanza inaspettata della sua promessa sposa.
Ortensio da Spinetoli scrive “La storia che gli evangelisti raccontano è immaginaria. I fatti così
narrati non sono mai accaduti” (Il
vangelo di Natale). Il racconto di una nascita “straordinaria” (da una
vergine, da una donna anziana o con fecondazione divina) era diffuso
nell’antichità, utilizzato per parlare di persone dotate da Dio di una missione
particolare. Per sottolineare l’importanza di queste persone e del loro
messaggio si attribuivano loro origini straordinarie. I Vangeli
dell'infanzia non sono storia, ma meditazioni successive sul significato della
persona di Gesù, sulla sua nascita a Betlemme secondo le promesse messianiche
delle scritture, sulla sua vita, morte e risurrezione.
Gesù però non è una leggenda o un personaggio mitologico. Gesù
è nato in una casa normale e forse non se ne è accorto nessuno, non è avvenuta l’adorazione di pastori o di magi in una grotta, ma è stata la realtà di due
giovani sposi di Nazareth che hanno accolto un figlio come un dono di Dio.
Le chiese
cristiane nei primi secoli non celebravano il Natale di Gesù perché non davano
importanza alla data della sua nascita, ma credevano essenziali la sua vita e
il suo messaggio.
La festa del “Natale cristiano” è nata molto tardi nei secoli IV - VI e solo successivamente fu codificata nei riti e celebrata regolarmente. La scelta del 25 dicembre fu determinata, con molta probabilità, dal fatto che il mondo romano celebrava in questo giorno il solstizio d’inverno, la nascita del dio Sole. Al posto della festa pagana fu istituita la “festa cristiana” per celebrare Gesù, nato per portare la luce a tutta l’umanità.
La festa del “Natale cristiano” è nata molto tardi nei secoli IV - VI e solo successivamente fu codificata nei riti e celebrata regolarmente. La scelta del 25 dicembre fu determinata, con molta probabilità, dal fatto che il mondo romano celebrava in questo giorno il solstizio d’inverno, la nascita del dio Sole. Al posto della festa pagana fu istituita la “festa cristiana” per celebrare Gesù, nato per portare la luce a tutta l’umanità.
Nel mondo
attuale è molto difficile capire il
significato della festa del Natale tra tradizioni, leggende, riti, alberi
scintillanti, scambi di doni, spese pazze e grandi mangiate.
Le “luci
di artisti” che addobbano le strade di Torino, i babbi natale che girano per le
strade e i negozi, i finti abeti inghirlandati non ci parlano di Dio.
Natale è ripensare
che 2000 anni fa è nato un uomo che, nella sua pur breve vita, ha saputo cogliere, conoscere e comunicare la
presenza di Dio, Dio Padre, che sostiene ogni giorno il creato e tutte le sue
creature chiamate a vivere nella fraternità. Gesù ha comunicato il suo
messaggio con forza e coerenza fino a mettere in gioco la propria vita dicendo
che il regno di Dio è possibile qui ed ora in un mondo in cui si pratichino
condivisione e giustizia.
Il Natale ci deve far rivivere questo messaggio e
allora non ci interesserà più sapere come è nato Gesù. Ci interessa, invece,
far nascere in noi la stessa fiducia in Dio che aveva Gesù e che ha sostenuto
tutta la sua vita contro corrente. Vivere il Natale significa entrare nel cammino
di Gesù.
Vilma
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