BOLOGNA - Il matrimonio gay benedetto dalla Coop. Poche settimane fa Federica
Caraffini, 45 anni, dipendente di un piccolo supermercato in provincia di
Bologna, ha sposato a New York la donna che ama da una vita, Veronica Neri,
quattro anni più giovane. Ha potuto farlo anche grazie al permesso retribuito
di quindici giorni che il colosso dell’alimentazione Coop Adriatica le ha
concesso per le nozze, visto che le nuove politiche del gruppo non fanno più
distinzione tra coppie etero e omosessuali. "Sono felicissima, non ci
credo ancora - racconta oggi Federica -. Ma che rabbia dover andare all’estero
per sposarsi, spero che le cose cambino anche in Italia".
Un welfare per tutti. Si tratta della prima dipendente di Coop Adriatica (una rete di 196
supermercati e ipermercati sparsi tra Emilia-Romagna, Veneto, Marche e Abruzzo
e un fatturato di oltre 2 miliardi di euro) che può beneficiare del pacchetto
welfare creato l’anno scorso dall’azienda e rivolto anche alle famiglie
omosessuali. Non solo il congedo matrimoniale, ma anche la possibilità di avere
dei giorni liberi per stare accanto al partner che sta male, ad esempio.
"Ci siamo conosciute 12 anni
fa". "È stato tutto molto facile, non me l’aspettavo.
Appena ho saputo le novità, ho contattato la responsabile aziendale per
chiederle delle informazioni. Lei è stata disponibile e abbiamo organizzato
tutto" racconta Federica. Ha conosciuto sua moglie dodici anni fa, quando
faceva la barista: "La vidi entrare per fare colazione, poi abbiamo
scambiato due chiacchiere. E così è nata la nostra storia. Abbiamo capito
subito che stava succedendo qualcosa di grande". Oggi vivono entrambe in
un paese della collina bolognese, Valsamoggia, dove quattro anni fa hanno
comprato casa. Lavorano a Crespellano: una è l’addetta alla gastronomia del
supermercato, l’altra opera in uno studio odontoiatrico.
"Scandalizzata dall'Italia". Il 24 giugno, al City Clerk di Manhattan, hanno detto sì davanti a
un’amica che vive negli States e che ha fatto da testimone: "Siamo partite
da sole. Ma poi al ritorno a Bologna i nostri amici hanno organizzato una
grande festa sui colli. Ogni giorno che passa è sempre più bello". Come
tutte le coppie costrette a fare migliaia di chilometri per ottenere un
diritto, anche loro hanno un po’ di amaro in bocca: "Mi chiedo perché in
Italia tutto questo non sia ancora possibile, perché bisogna obbligare dei
cittadini onesti a fare centinaia di chilometri - scuote la testa Federica -.
Sono scandalizzata, schifata. Io non voglio essere trattata da persona
“normale”. Odio questo termine. Normale rispetto a chi? Voglio essere trattata
da persona e basta. I gay e le lesbiche sono individui come tutti gli
altri".
"Abbiate coraggio, non
nascondetevi". Mentre si godono gli ultimi giorni di
vacanza in Maremma, Veronica e Federica scandiscono: "Siamo contente di
raccontare questa storia perché pensiamo ai ragazzi e alle ragazze, ai gay e
alle lesbiche che la leggeranno. E che magari ancora oggi hanno paura dei
giudizi negativi delle famiglie o degli amici. E si nascondono. Non siamo iscritte
ad associazioni come Arcigay, ma partecipiamo a molti eventi e iniziative
perché è giusto far sapere che ci siamo. Noi il Pride lo facciamo tutti i
giorni, anche nel nostro piccolo paese, dove siamo state accettate senza
problemi. Certo, siamo state anche fortunate: a parte qualche battuta infelice,
non ci siamo mai sentite discriminate a lavoro".
I precedenti. In questi anni sono diverse le aziende private che hanno fatto una scelta
simile a quella di Coop Adriatica: l’ultimo esempio è quello del gruppo Intesa
Sanpaolo, che riconoscerà ai suoi dipendenti lo stesso permesso matrimoniale,
ma ci sono anche Ikea e Telecom. Da questo punto di vista, il pubblico latita
un po’. Il senatore Pd Sergio Lo Giudice, quando sposò il compagno a Oslo,
era un insegnante e chiese il congedo al
ministero dell’Istruzione: richiesta negata. Ma ci sono anche casi virtuosi,
come quello dell’Università di Bologna, che quel permesso lo concede da tempo.
L’ultimo caso a dicembre del 2013, a favore di un tecnico dell’Ateneo.
Repubblica.it – 28 agosto 2014
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