Sinodo sulla famiglia, il
nostro contributo
In
vista del prossimo Sinodo dei
vescovi dedicato alla famiglia, anche la Comunità Nascente di Torino
ha deciso di offrire un piccolo contributo di riflessione, a partire dal
Questionario contenuto nel documento preparatorio del Sinodo.
Premessa: la nostra Comunità nasce dall’incontro di alcuni credenti,
che iniziarono a sentirsi stretti entro i limiti delle strutture ecclesiastiche,
desiderando intraprendere un cammino di ricerca a più ampio raggio, senza dover
abbandonare la propria comunità ecclesiale. In
breve tempo, diverse realtà e storie individuali (pluralismo religioso, differenti
orientamenti sessuali, divorziati, singoli e famiglie, etc.) si sono
intrecciate, creando una matrice eterogenea di persone, ognuna con la
propria fede e con l’obiettivo di camminare e crescere insieme.
Partendo
dal questo tipo di realtà, vorremmo offrire un contributo che non si tradurrà
in risposte legate ai quesiti posti ma che vuole rappresentare, invece, una
proposta di:
- Riflessione sul questionario in oggetto. Pur
apprezzando la volontà del Vaticano per lo spiraglio di apertura nell’inviare
il questionario, riteniamo che questo, più che un tentativo di ascolto
autentico, rappresenti una richiesta di aiuto a proseguire su “modelli precostituiti” che non rispondono più
alla società contemporanea nella sua interezza. Le domande, formulate in maniera
eccessivamente articolata, ci sembra abbiano già insite in se stesse risposte, giudizi etico-morali e dogmi che, oggi più che
mai, dovrebbero essere ridiscussi.
-
Revisione del concetto di famiglia. Il modello
“uomo-donna, uniti nel sacro vincolo del matrimonio, indissolubile e aperto
alla procreazione” viene proposto, nelle domande, come l’unico
corrispondente “alla disposizione originaria di Dio”. La nostra
esperienza quotidiana di comunità è testimonianza di realtà familiari che nella
loro diversità sono chiare evidenze di pienezza, amore e progettualità al pari di
famiglie composte da un uomo e una donna uniti nel matrimonio cristiano.
-
Revisione
del concetto di pastorale. Riteniamo che una pastorale più efficace e autentica debba
necessariamente subire un processo di rinnovamento. I “preti” dovrebbero
riscoprire il loro ruolo di “pastori”
del popolo, vivere non a fianco della Comunità ma nella Comunità, potersi unire
in matrimonio ed esperire in prima persona gioie e difficoltà della vita di
coppia. Questa esperienza personale potrebbe arricchire e fornire nuovi spunti
per i corsi di preparazione al matrimonio e di accompagnamento delle famiglie. Auspichiamo
inoltre, che ai pastori venga data la possibilità di accedere ad una formazione
permanente, che comprenda una conoscenza degli attuali percorsi teologici e che
sia realmente aperta al confronto e al dialogo con le altre confessioni
religiose e con tutte le componenti, anche laiche, della società. È scandaloso
il fatto che nella chiesa cattolica non si riconosca pari opportunità di
ministero alle donne.
Dalla nostra esperienza, appare evidente un sempre più crescente bisogno di una Chiesa autenticamente inclusiva e non
escludente. “Includere l’altro” significa accettarlo pienamente per
quello che è, apprezzando il contributo unico che può apportare, senza
chiedergli di modificare la propria essenza per conformarsi ad un unico modello
prestabilito.
Dio è un Dio d’amore, fondamento dinamico che ci mobilita,
ci scuote e ci chiama ad una speranza attiva. La nostra speranza è quella di un risveglio delle coscienze della
gerarchia cattolica, che trovi il coraggio di abbandonare le paure che la
imprigionano in torri dogmatiche, moralistiche e liturgiche. Non si distruggono
le nostre radici se si ha il coraggio di guardare in faccia la nuova realtà con
i suoi problemi. Invece si soffoca la fede se non si crede che, attraverso il
messaggio di Gesù, Dio ci accompagna verso il futuro. E' la nostra
"tradizione", nel senso vivo della parola, che esige un coraggioso
andare oltre. In questo cammino Gesù ci precede. "Andate dunque" (Mt 28, 19) è per noi l'esortazione, la
chiamata a rinnovare la nostra testimonianza cristiana nelle vie del mondo,
nell'esistenza quotidiana. Gli errori del passato possono essere superati e urge
oramai, un’apertura alle richieste della contemporaneità, come già fatto, per
altro, da diverse confessioni “cristiane” a noi vicine.
La Comunità nascente - Torino, 31 maggio 2015
Nessun commento:
Posta un commento